Il cambiamento è la magia della consapevolezza…
Sappiamo tutti che la vita non è sempre semplice.
Spesso ci pone di fronte a cambiamenti che non siamo in grado di affrontare o momenti di crisi, alcune volte inaspettati, che possono creare una situazione di disagio personale più o meno prolungato. Questi momenti possono essere transitori ma, alcune volte, possono anche causare situazioni di blocco che influiscono pesantemente sulla nostra vita e verso le quali ci sentiamo impotenti. Possiamo sentire la nostra vita come gravemente limitata, incompleta e poco appagante e, percepire il nostro comportamento, i pensieri e le nostre sensazioni, inappropriate. Possiamo sentirci inutili, sentire che la vita non ha più senso eppure, non riusciamo a capirne il motivo. Possono esserci persone che magari si rovinano la vita abusando di sostanze o gioco d’azzardo, nonostante il desiderio di smettere. Altre che sono aggressive con il loro compagno/a nonostante giurino di amarle, che allontanano tutti con i propri atteggiamenti arroganti e orgogliosi oppure al contrario, che hanno una relazione con un’altra persona e soffrire gli abusi, l’insensibilità del partner giurando a se stessi di non rifare mai più lo stesso errore, ma non riuscire a farne a meno. Oppure ad alcune può succedere di essere colte all’improvviso dal battito cardiaco accelerato accompagnato da una sensazione d’intensa paura, in situazioni apparentemente tranquille. Si tratta di persone bloccate. Queste persone hanno qualcosa che fa mettere in atto comportamenti e sensazioni disfunzionali. Sono consapevoli di essere infelici, anzi spesso sono abbastanza intelligenti da capire che tutto quello che sta capitando loro ha un senso ma non riescono a cambiare. I loro desideri, bisogni, pensieri, sensazioni e comportamenti sono diventati disfunzionali e tutto ciò influisce in modo significativo sulla propria vita. In tal senso la psicoterapia può rappresentare un valido aiuto per intervenire efficacemente sulla sofferenza della persona, per aiutarla nel cambiamento rendendola più consapevole della propria esperienza emotiva e fornirle nuovi strumenti che le permettano di affrontare le inevitabili e future difficoltà che spesso la vita comporta.
COS’E’ LA PSICOTERAPIA:
La psicoterapia è una forma di terapia, di cura, basata sulla relazione tra due persone: il paziente, protagonista della propria storia di vita e il terapeuta che, come esperto di psicologia, lo aiuta a rileggerla e a ricostruirla in un ambiente protetto e definito chiamato “setting”. Attraverso il colloquio con il terapeuta, il paziente viene aiutato a individuare ed esprimere sensazioni, sentimenti, stati d’animo, affetti, legati ai pensieri e ai comportamenti che considera inadeguati rispetto alle situazioni della propria vita. Lo scopo della psicoterapia è aiutare il paziente a ridurre la propria sofferenza e offrirgli nuovi strumenti che gli permettano di costruire un’immagine diversa e più ricca di sé e sul proprio “modo di funzionare”. La psicoterapia è adatta sia a persone con problemi psicologici che riguardano le relazioni nell’ambito di coppia, della famiglia ma anche nell’ambito del lavoro o delle amicizie, come insicurezza, incapacità di prendere iniziative o decisioni, sia a persone che presentano una vera e propria sintomatologia della sfera psicologica. Alcune persone possono, però, richiedere una psicoterapia anche solo perché mosse dalla curiosità verso se stesse, per soddisfare il proprio bisogno di conoscersi meglio attraverso l’aiuto di un tecnico esterno. Si ha bisogno di una psicoterapia, in ogni caso, quando si avverte una sofferenza psicologica, quando ci si accorge che non si riesce ad avere rapporti sereni con se stessi e con gli altri o di avere reazioni inadeguate che portano sofferenza a se stessi e agli altri. Nel primo colloquio lo psicoterapeuta analizza la problematica presentata dal paziente, la definisce e ne progetta un intervento finalizzato al raggiungimento di un obiettivo condiviso. In ogni caso, la terapia non è un semplice sostegno ma un processo concordato e pianificato, allo scopo di ottenere un risultato. Sia terapeuta che paziente hanno dunque un ruolo attivo al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato. In ogni buona psicoterapia, ogni passo deve essere comprensibile e avere un senso per il paziente, anche se esso può rivelarsi solo a posteriori. Ma senza la partecipazione attiva del paziente su ciò che viene discusso in seduta e, soprattutto, senza l’impegno a mettere in atto le prescrizioni assegnatagli, la terapia diventa solo uno sterile esercizio di pensiero che non avrà nessun impatto sulla vita del paziente e non produrrà alcun cambiamento.
LUOGHI COMUNI E MITI DA SFATARE:
PSICOLOGO, PSICHIATRA E PSICOTERAPEUTA:
Lo psicologo è colui, che dopo la laurea in psicologia e il tirocinio post lauream, ha conseguito l’esame di stato che lo abilita all’esercizio della professione di psicologo. Secondo la legge italiana però, sono due le figure professionali che possono curare i disturbi mentali: lo psicoterapeuta e lo psichiatra. Dopo la laurea e l’esame di stato che abilita all’esercizio della professione di psicologo o di medico, infatti, sia lo psicoterapeuta che lo psichiatra hanno dovuto specializzarsi con un corso quadriennale per lo psichiatra e per lo psicoterapeuta.
È opportuno fare queste precisazioni. Difatti c’è ancora chi, non sapendo neppure la differenza tra psicologo e psicoterapeuta, parla genericamente di “psicologo” e ritiene che lo psichiatra curi i disturbi gravi, mentre lo “psicologo” curi quelli meno gravi.
La differenza tra psicoterapeuta e psichiatra, invece, non sta in una differenza qualitativa di competenza, ma in una diverso iter formativo.
In quanto medico specializzato, lo psichiatra spesso ha un’ottica fortemente o prevalentemente organicistica e quindi opererà una terapia fortemente o prevalentemente psicofarmacologica.
In quanto solitamente psicologo specializzato, lo psicoterapeuta ha un’ottica fortemente o prevalentemente ambientale o relazionale e quindi opererà una terapia fortemente o prevalentemente giocata sulla relazione terapeutica.
SOLO I “MATTI” VANNO DALLO PSICOTERAPEUTA:
Nella nostra cultura l’intervento psicologico è ancora legato al concetto di malattia.
Al contrario, nella maggior parte dei casi, l’intervento psicologico serve proprio per evitare di ammalarsi. Alcune persone possono iniziare una psicoterapia perché stanno vivendo una crisi esistenziale, per essere aiutate ad affrontare un difficile momento di vita, per prendere decisioni importanti, migliorare le proprie relazioni o semplicemente per conoscersi meglio. Ci sono situazioni, stati d’animo e percezioni che possono essere esaminate, discusse, raccontate e chiarite soltanto nello studio di un professionista. E ci sono metodiche di intervento molto efficaci che possono aiutare le persona ad affrontare e superare i loro problemi. E’ importante che la persona lo sappia perché questo la aiuta a credere in ciò che sta facendo e ad acquisire fiducia nella strada che ha scelto di intraprendere.
LA PSICOTERAPIA HA UNA DURATA INDEFINITA:
Molti credono che un percorso psicoterapeutico duri tantissimi anni. Forse un tempo era così ma adesso è escluso che una psicoterapia si trasformi in una serie infinita di colloqui. Il paziente e il terapeuta dovrebbero sempre definire all’inizio della terapia un limite di tempo o un numero di sedute entro le quali dovranno esserci stati dei miglioramenti. Tuttavia, alcune persone non cercano una terapia ma una consulenza, oppure un confronto periodico con il professionista che permetta loro di chiarire alcune questioni importanti. La durata di una psicoterapia può variare da alcuni mesi a pochi anni, ciò dipende naturalmente dalla problematica presentata. E’ necessario svolgere diversi colloqui diagnostici per valutare il tipo di disturbo, l’eziologia, l’entità e la gravità, la durata del sintomo, l’età d’insorgenza e l’impatto che ha avuto sulla vita della persona. Fattori non trascurabili sono anche gli strumenti personali che la persona ha a sua disposizione, l’ambiente che la circonda che può essere favorevole o deprimente e il livello esistenziale nel suo complesso. E’ anche importante non ossessionarsi nel chiedersi se la terapia sta funzionando, se il terapeuta è in grado di aiutare davvero e quando si guarirà. Bisogna dare tempo al tempo e soprattutto, rispettare i propri tempi. Quando si trova il coraggio per chiedere aiuto ad un “esperto”, la strada è già in salita.
L’USO DEL LETTINO:
La maggior parte delle persone crede che una volta arrivati nello studio di uno psicoterapeuta, troveranno un lettino su cui sdraiarsi per parlare al professionista che, seduto alle sue spalle, lo ascolterà in silenzio. Ciò non è sempre vero. L’uso del lettino è previsto solo nella psicoanalisi freudiana, una delle scuole di psicoterapia. Nelle altre tecniche invece il colloquio avviene vis-à-vis e comporta una partecipazione attiva sia del paziente che dello psicoterapeuta.
LA PSICOTERAPIA PROVOCA DIPENDENZA:
Uno dei luoghi comuni più diffusi è che la psicoterapia provochi dipendenza o meglio, “assuefazione”, come se avesse lo stesso effetto di una droga. Come se il terapeuta avesse il potere di privare il paziente della sua naturale capacità critica, della propria volontà o del libero arbitrio. Probabilmente questo timore è dettato dalla paura del paziente di ritrovarsi nuovamente in situazioni che condizionano la propria vita, come ha già sperimentato in passato a causa del proprio malessere. Al contrario, la psicoterapia ha come obiettivo quello di rendere la persona indipendente dai propri condizionamenti interni ed esterni, di focalizzare l’attenzione sui propri obiettivi e di investire le proprie energie per raggiungere tale obiettivo.
ANDARE IN PSICOTERAPIA E’ MOTIVO DI VERGOGNA:
Spesso il disagio psicologico viene ridicolizzato e sminuito. Le persone che ne soffrono si sentono così doppiamente in difficoltà e, al dolore per il proprio malessere si aggiunge il dolore per non sentirsi capite. Succede così che la persona comincia a sentirsi inadeguata, incapace, debole. Confessare al proprio ambiente sociale di frequentare uno psicoterapeuta suscita così vergogna e imbarazzo da una parte e, battute di spirito e sarcasmo dall’altra. La persona si sente umiliata per aver dovuto rivolgersi ad uno specialista. La conseguenza è che mentre per i disturbi organici non si ha alcun problema a rivolgersi immediatamente ad un medico, per i disagi psicologici la persona si rivolge allo psicoterapeuta solo quando è arrivata davvero al limite. A causa di questo pregiudizio collettivo, troppo spesso il disagio psicologico viene compresso, nascosto, cancellato e questo non aiuta le persone ad avvicinarsi serenamente alla psicoterapia. Tutto ciò è un grave errore sociale e culturale perché la sofferenza psicologica di un singolo, alcune volte può ripercuotersi anche sulla collettività.